Due missili balistici si abbattono su Sumy il giorno della domenica delle Salme, almeno 35 morti, 120 i feriti, molti in gravi condizioni
Mentre i soccorritori erano ancora al lavoro per cercare eventuali superstiti e negli ospedali di Sumy le condizioni di molti feriti peggioravano, anche Kharkiv e Odessa sono state colpite. Quella che è già stata definita come la “strage della domenica delle salme” per ora fa registrare 35 vittime e 117 feriti, alcuni in fin di vita. Tra i civili caduti si annoverano due bambini, ma i feriti minorenni sarebbero almeno una quindicina secondo le autorità ucraine.
I parenti dei dispersi si sono affollati per tutto il pomeriggio di ieri per cercare di attirare l’attenzione dei soccorritori, i pompieri hanno combattuto con numerosi piccoli incendi mentre decine di persone erano impegnate a sgomberare la strada dai detriti. Intanto gli abitanti di Sumy continuavano a pubblicare video dell’accaduto e delle conseguenze delle esplosioni. Nella cittadina nord-orientale dell’Ucraina, a pochissima distanza dal confine con la Russia, intorno alle 10:15 sono caduti due missili balistici, Iskander secondo l’intelligence ucraina, che hanno centrato una strada sulla quale in quel momento passava un autobus pieno di gente che si recava o era di ritorno dalla messa, secondo le testimonianze raccolte dai media locali, per la celebrazione della domenica delle Palme.
Per il governatore della regione, Volodymyr Artjuch, la maggior parte dei decessi è avvenuta proprio all’interno dell’autobus, che dopo l’impatto si è prima ribaltato per poi prendere fuoco. Per il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, le testate erano caricate con bombe a grappolo, ma al momento non ci sono conferme evidenti di questa versione. Le telecamere di sorveglianza presenti nella zona hanno ripreso il momento dell’impatto, davanti agli edifici e alle residenze dell’università statale. Molte delle auto parcheggiate nelle vicinanze hanno preso fuoco e le finestre e i muri dei palazzi adiacenti sono stati danneggiati dall’onda d’urto.
Il presidente Zelensky invoca la necessità di una forte risposta mondiale e accusa: «solo un bastardo può spingersi a tanto» chiamando in causa Vladimir Putin senza però nominarlo. Dal lato ucraino diversi funzionari hanno accusato Mosca di aver deliberatamente bombardato durante la domenica delle Palme per provocare più vittime possibile e di aver colpito una strada di passaggio. «Stiamo condividendo informazioni dettagliate su questo crimine di guerra con tutti i nostri partner e le istituzioni internazionali», ha scritto il ministro degli Esteri Sybiga. Da parte russa al momento non sono stati rilasciati commenti sull’accaduto. L’Ucraina ha richiesto a gran voce che gli alleati facciano pressione in modo deciso sulla Russia, «usando la forza», come ha scritto Zelensky, in modo da costringere Mosca a interrompere la guerra.
Sumy è da mesi al centro delle azioni di guerra russe, per tutto l’inverno ha subito attacchi costanti e i suoi abitanti sono stati costretti a passare al buio e al freddo lunghi periodi a causa dei bombardamenti alle infrastrutture energetiche. Finché la presenza ucraina nel Kursk era effettiva, la controparte era impegnata almeno 60 km più a nord e la pressione sulla città si era allentata. Ora che i russi sono riusciti a riconquistare terreno e in quasi tutto il territorio oltre-confine, per Sumy non ci sono più zone cuscinetto e l’attacco di oggi è l’ennesimo in quest’area. Diverse rivelazioni satellitari e indiscrezioni, tra l’altro, paventano il rischio che i generali di Mosca stiano ammassando truppe oltre il confine per aprire qui un nuovo fronte d’avanzata.
Il bombardamento russo di ieri mattina ha scatenato una serie di reazioni indignate e perentorie da parte di molti leader mondiali. Gli europei, Von der Leyen, Macron e Starmer in testa hanno accusato la Russia di violenza deliberata e hanno ribadito che è per cercare di evitare attacchi come questi che l’Unione continua a sostenere Kiev e la sosterrà anche in futuro. Per gli Stati uniti ha parlato il segretario di Stato Marco Rubio, che ha accusato la Russia di aver perpetrato un «orribile attacco», ribadendo altresì che si tratta di «un tragico promemoria del motivo per cui il presidente Trump e la sua amministrazione stanno dedicando così tanto tempo e sforzi per cercare di porre fine a questa guerra». Tuttavia, l’imbarazzo dell’amministrazione statunitense e del presidente stesso sono palesi. Un mese fa il tycoon aveva dato la tregua come imminente, elogiando Putin e ammonendo Zelensky per le sue rimostranze. Ora Washington si trova a dover fare i conti con una guerra che continua in modo ancora più sanguinoso mentre dal Cremlino continuano ad arrivare rassicurazioni puntualmente disattese.
Oggi Donald Trump ha finalmente preso parola sull’accaduto definendolo «terribile» ma aggiungendo che gli hanno detto che si è trattato di «un errore».
Sabato Angieri