Trump invoca l’Alien Enemies Act: deportazioni e violazioni

Trump invoca l’Alien Enemies Act: deportazioni e violazioni

Affermando che gli Stati Uniti sono sotto attacco da parte del Tren de Aragua, una gang nata nelle prigioni venezuelane, il Presidente Donald Trump ha invocato l’Alien Eniemies Act, ordinando la deportazione di 238 immigranti venezuelani nel El Salvador.

L’Alien Enemies Act è una legge che consente al presidente di arrestare e deportare cittadini di nazioni nemiche senza processo e basandosi esclusivamente sul loro paese di nascita e di cittadinanza. È stato invocato solo tre volte nella storia americana: durante la Guerra del 1812, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La sua applicazione piu’ nota riguarda l’internamento di oltre 31,000 giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Il caso Tren de aragua.

Il giudice distrettuale James Boasberg ha ordinato una sospensione di 14 giorni per le deportazioni previste dalla proclamazione di Trump dichiarando: «Qualsiasi areo con a bordo queste persone che sta per decollare o è in volo deve essere riportato negli Stati Uniti. Queste persone devono essere restituite agli Stati Uniti». Ore prima dalla proclamazione ufficiale, l’American Civil Liberty Union (ACLU) e altri gruppi per diritti dei migranti presentavano una causa –J.G.G vs Trump– per impedire al presidente di applicare questa legge e bloccare le deportazioni. L’ACLU ha descritto il provvedimento “senza precendenti e illegale”, definendolo la misura “più estrema adottata dall’amministrazione in merito alle poliche migratorie”.

L’amministrazione Trump ha immediatamente presentato ricorso contro l’ordine del giudice Boasberg, mentre l’ACLU ha richiesto di estendere il blocco a tutti i migranti a rischio di deportazione.

Trump aveva fatto campagna elettorale promettendo di avviare “la più grande operazione di deportazione della storia americana”, menzionando l’Alien Enemies Act. Durante il suo primo giorno in carica, ha emesso un ordine esecutivo “Protecting American People against invasion” , che ha gettato le basi per l’invocazione del provvedimento.

Tuttavia nonostante l’ingiunzione temporanea del giudice distrettuale, le deportazioni sono proseguite. L’amministrazione ha ignorato l’ordine e i voli con a bordo i migranti venezuelani presuntamente affiliati al Tren de Aragua hanno raggiunto El Salvador. Il presidente salvadoregno Nayib Bukele, alleto di Trump, ha twittato “Opssie….troppo tardi”, un commento ritwittato dal Segretario di Stato Marco Rubio e dal Direttore della Comunicazione della Casa Bianca Steven Cheun.

La portavoce dalle Casa Bianca Karoline Leavitt ha difeso le azioni dell’amministrazione affermando: «Un solo giudice non può bloccare i movimenti di un aereo pieno di terroristi stranieri che sono stati fisicamente espulsi dal paese».

L’Alien Enemies Act: un potere controverso

L’Alien Enemies Act è una legge di guerra emanata nel 1798. Consente al Presidente di arrestare e deportate nativi e cittadini di una nazione nemica senza un’udienza e solamente basandosi sul loro paese di nascita o cittadinanza. Originariamente emanata per prevenire lo spionaggio e il sabotaggio in tempo di guerra, è stata utilizzata in maniera indiscreta nella storia americana.

La sua applicazione durante le due guerre mondiali è stata la causa di restrizioni, detenzioni arbitrarie, espulsioni di immigrati tedeschi, austro-ungarici, giapponesi e italiani basandosi esclusivamente sulla loro discendenza. Il suo ruolo nell’internamento dei giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale è una pagina particolarmente vergognosa della storia americana, per la quale il Congresso, vari presidenti e i tribunali si sono scusati.

Il presidente può invocare l’Alien Enemies Act durante una “guerra dichiarata” o quando un governo straniero minaccia o intraprende un’invasione o un’incursione predatoria contro il territorio degli Stati Uniti. La Costituzione americana conferisce al Congresso, non al Presidente, il potere di dichiarare guerra, quindi il Presidente deve attendere un voto da parte del Congresso per invocare l’Act. Tuttavia, il Presidente non deve attendere il Congresso per invocare la legge in caso di invasione minacciata o in corso o un’incursione predatoria.

Oggi, alcuni politici e gruppi anti-immigrazione sollecitano un’interpretazione non letterale dei termini “invasione” e “incursione predatoria” affinché l’Alien Enemies Act possa essere invocato in risposta all’immigrazione illegale e al traffico di narcotici transfrontaliero. Secondo questa visione l’Alien Enemies Act diventerebbe uno strumento per attuare deportazioni di massa senza le restrizioni dovute alle leggi sull’immigrazione.

Questa lettura è in contrasto con le precedenti applicazioni della legge da parte del potere esecutivo, i dibattiti e le votazioni del Congresso, e le sentenze delle corti americane, confermando che l’Alien Enemies Act è una legge di guerra.

Invocarla in tempo di pace per bypassare le leggi sull’immigrazione sta sollevando preoccupazioni  legali e costituzionali.

I critici sostengo che il presidente ha oltrepassato la sua autorità, creando una classica questione di separazione dei poteri tra esecutivo e giudiziario.

Tren de Aragua: Una minaccia crescente?

Il gruppo criminale Tren de Aragua è al centro del’ordine esecutivo invocante l’Alien Enemies Act. Secondo la proclamazione, cittadini venezulani di 14 anni e oltre con legami con la gang, sono “soggetti a essere arrestati, trattenuti e rimossi come nemici alieni”.

Nell’ultimo anno la gang ha attirato l’attenzione del governo statunitense. L’amministrazione Biden ha designato il Tren de Aragua com un organizazione criminale transnazionale nel 2024, e il Dipartimento di Polizia di New York ne ha evidenziato la sua attività criminale sulla costa orientale. A gennaio, la Casa Bianca di Trump ha iniziato il processo di designazione del gruppo come organizzazione terroristica.

Il Tren de Aragua ha le sue radici nella prigione di Torocon, nello stato settentrionale di Aragua in Venezuela, dove ha mantenuto il controllo della struttura carceraria attraverso esecuzioni sommarie e torture.

Con il collasso dell’economia venezuelana e la seguente repressione del governo di Nicolas Maduro, il gruppo ha cominciato a sfruttare i migranti vulnerabili. L’influenza del Tren de Aragua si è velocemente estesa in altre parti dell’America Latina e si è sviluppata in una delle più violente e note organizzazioni criminali, concentrandosi sul traffico di droga, lo sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina.

Nonostante le incertezze sulla dimensione e sofisticazione del gruppo negli Stati Uniti, la gang è diventata un preoccupazione per le forze dell’ordine americane. A New York City, il gruppo è stato coinvolto in attività criminali come furti, rapine, e spaccio di droga. La polizia ha segnalato il reclutamento di migranti nei centri di accoglienza e il coinvolgimento della gang nel traffico della prostituzione.

Un altro esempio della presenza della gang negli Stati Uniti è la città di Aurora in Colorado, dove le autorità hanno segnalato attività criminali legate al Tren de Aragua, inclusi tentati omicidi e rapine. Alcuni complessi residenziali sono stati descritti come controllati dalla gang, con episodi di estorsione sugli affitti e minacce ai residenti. Tuttavia, le autorità locali negano che il gruppo abbia preso il controllo di intere aree della città, sebbene riconoscano la sua presenza e le sue attività criminali.

Durante le elezioni presidenziale del 2024, Trump ha lanciato pesanti accuse contro l’amministrazione Biden, sostenendo che il presidente non ha fatto abbastanza per affrontare la minaccia rappresentata dal Tren de Aragua. Trump ha dichiarato che questa gang ha invaso città americane, causando un aumento della criminalità e mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini. L’amministrazione Biden avrebbe fallito nel proteggere gli americani, permettendo a queste gang di prosperare. Una delle promesse elettorali è stato una politica di tolleranza zero verso il crimine e l’immigrazione irregolare per garantire la sicurezza delle comunità americane.

Già durante la campagna elettorale, Trump aveva promesso di invocare l’Alien Enemies Act per eseguire le deportazioni di migranti presuntamente affiliati alla gang. Tuttavia mentre le sfide legali continuano, emergono casi di persone innocenti, come un truccatore LGBT e un calciatore professionista, deportati ingiustamente per semplici tatuaggi.

Preoccupazioni sui diritti umani a El Salvador

I venezuelani deportati sono stati inviati in una prigione di massima sicurezza, il CECOT, gestita dal governo salvadoregno, dove sono state segnalate gravi violazioni dei diritti umani. Questa prigione è stata paragonata a Guantanamo Bay per le sue dure condizioni.

Human Rights Watch (HRW) ha fortemente criticato il sistema carcerario del El Salvador, affermando che i  detenuti sono tagliati fuori dal mondo esterno e privati di qualsiasi risorsa legale. Mentre il presidente Bukele si vanta per le sue politica di sicurezza e l’efficienza del sistema carcerario, ex detenuti e gruppi per i diritti umani riportano un sovraffollamento estremo, torture e morti. La popolazione carceraria è aumentata a 108.000 detenuti-1.7% della popolazione del paese, superando di gran lunga la capacità di 70,000 persone.

Le associazioni locali per la tutela dei diritti umani riportano che quasi 350 persone sono morte nelle prigioni del El Salvador da quando Bukele ha lanciato la sua “guerra alle gang” all’inizio del 2022. Il governo salvadoregno è stato inoltre accusato di minare lo stato di diritto, intimidendo i giudici e rimuovendo i diritti fondamentali previsti nei procedimenti giudiziari. L’assemblea legislativa, dominata dal partito di Bukele, ha modificato la Costituzione per consentire la rapida alterazione delle protezioni legali, sollevando preoccupazioni sulle violazioni dei diritti umani.

La maggior parte dei detenuti, tranne una manciata di minori, rimane in detenzione preventiva con accuse vagamente definite, nella completa violazione del loro diritto a un giusto processo e senza giustizia per le vittime della violenza delle gang.

La battaglia sulla legalità delle deportazioni.

Un tribunale federale d’appello di Washigton D.C., con una decisione divisa (2-1), ha stabilito che l’amministrazione Trump non può immediatamente utilizzare l’Alien Enemies Act per deportare i presunti membri del Tren de Aragua. La giudice Patricia Miller, nominata dal Presidente Obama, ha sottolineato che anche i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale hanno ricevuto un trattamento più equo rispetto ai migranti venezuelani espulsi senza udienza. La sentenza ha confermato l’ordine restrittivo del giudice Boasberg, impedendo alla Casa Bianca di procedere con ulteriori deportazioni senza un giusto processo. Tuttavia, il giudice Walker, nominato da Trump, ha dissentito, sostenendo che l’ordine di Boasberg ha interferito con un’operazione di sicurezza nazionale.

La battaglia legale nel frattempo si è spostata fino al massimo organo giudiziario degli Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha chiesto alla Corte Suprema di intervenire sull’applicazione dell’Alien Enemies Act. L’appello d’emergenza chiede ai giudici di annullare l’ordine del giudice distrettuale James Boaseberg che blocca le deportazioni.

Il caso Tren de Aragua e l’applicazione dell’Alien Enemies Act si sta dimostrando come una delle questioni più emblematiche nelle scontro tra la Casa Bianca e il potere giudiziario.  Si sta manifestando un battaglia critica per il futuro delle politiche migratorie, i diritti umani, e la separazioni tra i poteri dello stato.

 

 

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