Kiev ha paura che alla fine gli Stati Uniti si stanchino e Donald Trump decida di abbandonare il suo ruolo di mediatore. L’ha detto chiaramente Zelensky: «Se gli Usa si defilassero dai negoziati, a beneficiarne sarebbe solo Putin».
Gli sviluppi delle ultime ore lasciano diversi interrogativi, ma la domanda principale che ci si pone ai vertici ucraini è sempre la stessa: la Casa Bianca ha più a cuore la ripresa dei rapporti con Mosca o la risoluzione pacifica del conflitto in Europa dell’est? Fino a qualche tempo fa sembrava che le due cose non fossero in nessun modo separabili ma ora, dopo oltre 3 mesi di proclami, l’amministrazione statunitense potrebbe dirsi che è il momento di lasciare che i belligeranti se la vedano tra di loro. Trump l’ha già accennato dopo la telefonata di lunedì. «Starà alle due parti trovare un punto d’incontro», ha specificato il tycoon, ma in ogni sua frase l’importanza data all’ucraina era sempre irrimediabilmente minore.
Zelensky, instancabile, continua a blandire Washington, a lanciare messaggi diretti e indiretti a Trump, ieri si è spinto fino a proporre un accordo di libero scambio tra il suo Paese e gli Usa. Ma cosa potrà offrire l’Ucraina una volta che le aziende statunitensi si saranno accaparrate tutto a prezzi stracciati grazie all’Accordo sulle terre rare? Ben poco, e Zelensky lo sa. Per questo, per il momento, Kiev insiste sul ruolo degli alleati europei affinché tentino di portare a più miti consigli Trump e, magari, lo spingano a entrare in competizione con Putin. Cosa che al momento appare piuttosto distante dall’orizzonte ma che non è da escludere del tutto.
Sabato Angieri