La scorsa notte Israele ha iniziato una serie di bombardamenti devastanti contro le città iraniane: una nuova guerra ha inizio. «L’aeronautica ha lanciato un attacco preventivo storico per eliminare questa minaccia esistenziale contro lo Stato di Israele» hanno dichiarato alti ufficiali israeliani a Ynet, «l’operazione è stata pianificata nel corso di una difficile guerra multi-frontale. Non si tratta di un’operazione: è una guerra, pianificata e condotta a 1.500 chilometri da casa». E spiegano anche come: «Per primi abbiamo eliminato i comandanti e gli scienziati. È una azione in evoluzione. Abbiamo scelto il miglior momento per noi e colpito il sito di Natanz, non l’avremmo fatto senza la certezza di poter portare a termine la missione». L’operazione è stata denominata Am Kalavi, che in ebraico significa «Un popolo forte come un leone», come spiega il comunicato dell’Ufficio del ministero della Difesa israeliano. In inglese il nome della campagna è diventato Rising Lion (traducibile con “leone rampante”, ndr)
Duecento caccia si sarebbero alzati in volo per colpire simultaneamente più obiettivi possibile e distruggere le possibilità di risposta iraniane. I raid di Tel Aviv si sono concentrati sul sito nucleare di Natanz e sull’uccisione di sei scienziati a capo del programma nucleare iraniano, indicato dagli israeliani come il principale obiettivo della prima ondata di bombardamenti. Inoltre, mediante droni lanciati direttamente dal territorio iraniano, la maggior parte della catena di comando militare è stata decapita, secondo Reuters 20 tra alti ufficiali e comandanti.
Al momento i principali siti colpiti sarebbero questi:
– Complesso di arricchimento di Natanz nella provincia di Esfahan. Fa parte del programma nucleare iraniano ed è un impianto di arricchimento sotterraneo protetto da uno scudo di cemento spesso quasi 8 metri. Secondo quanto dichiarato dalle autorità iraniane, i dispositivi di centrifugazione di questo centro sono stati costruiti a una profondità compresa tra 40 e 50 metri per garantire la «sicurezza delle persone» e la protezione da «possibili attacchi aerei». Per arrivare a distruggere davvero i siti di arricchimento dell’uranio servirebbero bombe bunker buster che solo gli Usa detengono e che questi ultimi non hanno mai voluto fornire a Israele.
– Organizzazione per le industrie aerospaziali (OIA) in piazza Nobonyad a Teheran. L’Oia coordina la produzione missilistica iraniana, compresi lo Shahed Hemmat Industrial Group, lo Shahed Bagheri Industrial Group, produttori dei famosi «droni kamikaze», e il Fajr Industrial Group.
– Lavizan, quartiere nordorientale di Teheran, indicato anch’esso come un presunto sito nucleare, ma mai dichiarato oggetto di indagine da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea).
– La torre Jahan Koudak, grattacielo al centro di Teheran.
– Quartiere di Farahzad, nel nord di Teheran, è il più antico della capitale e fu costruito 1.500 anni fa
– Distretto di Amir Abad, ospita una centrale elettrica nella provincia di Teheran.
– Quartiere di Andarzgou, a Teheran.
– Pars Garna, su via Langari, a Teheran, è una società che fornisce servizi di progettazione e costruzione per progetti industriali, è controllata dalla Defense Industries Organization ed è coinvolta nella costruzione di tunnel e strutture rinforzate, tra cui Parchin, dove è stata condotta la ricerca sull’arricchimento dell’uranio tramite laser
– Via Patrice Lumumba a Teheran.
– Complesso residenziale di Asatid-e Sarv a Teheran.
Mentre tra le vittime figurano:
– Mohammad Bagheri, Capo di stato maggiore dal 2016
– Hossein Salami, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica
– Gholam Ali Rashid, Maggior generale, responsabile anche per la realizzazione dei siti di arricchimento dell’uranio.
– Mohammad Ali Jafari, ex comandante dei Guardiani della Rivoluzione che aveva combattuto attivamente al fianco dell’ex presidente siriano Bashar al-Assad nella guerra civile e al fianco delle milizie sciite contro l’Isis in Iraq.
– Mohammad Mehdi Tehranchi, fisico teorico iraniano, professore dell’Istituto di ricerca laser e plasma e il Dipartimento di Fisica dell’Università Shahid Beheshti, membro del consiglio di amministrazione e presidente dell’Università Islamica Azad.
– Fereydoon Abbasi, 67 anni, capo dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran dal 2011 al 2013, già scampato a un tentativo di assassinio nel 2010. Coinvolto nello sviluppo dell’estrazione dell’uranio e della produzione di yellowcake, ricercatore presso l’Istituto iraniano di Studi in Fisica Teorica e Matematica (IPM) e professore associato presso l’Università Imam Hossein (IHU), dove aveva guidato il gruppo di fisica.
- Ali Shamkhani, consigliere dell’ayatollah Ali Khamenei, ucciso nella sua residenza privata.
«L’operazione è ancora all’inizio» ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano Effie Defrin «l’Iran ha intenzioni e capacità, e Teheran si sta preparando a una risposta, a un attacco contro di noi. La popolazione deve agire con sangue freddo, la difesa non è ermetica».
Per Tel Aviv la guerra andrà avanti almeno due settimane, intanto Teheran annuncia una terribile vendetta.
Sabato Angieri