Non solo caro prezzi. 10 motivi per cui gli italiani hanno scelto l’Albania

Non solo caro prezzi. 10 motivi per cui gli italiani hanno scelto l’Albania

Albania

Quest’estate, in Italia, molti hanno guardato i telegiornali, con i loro solenni titoli di apertura: “Albania, record di turisti: in fuga dalla Puglia”. Servizi correlati da interviste a italiani in vacanza indignati dai prezzi esorbitanti di stabilimenti balneari, alloggi e ristoranti in Salento e dintorni, che in Albania hanno dichiarato di aver trovato l’Eldorado.

Come spesso accade, qualcosa di vero c’è. Abbiamo voluto verificarlo di persona infiltrandoci tra quei turisti – stando alle stime, 3,4 milioni di persone solo nei primi 6 mesi del 2023 – che quest’estate hanno scelto di attraversare l’Adriatico per soggiornare nel Paese.

Quindi ecco 10 ottime ragioni per le quali l’Albania è stata la meta vacanziera per eccellenza dell’estate 2023. Che sono anche i motivi per i quali, almeno per i prossimi 2-3 anni, continuerà ad esserlo.


1. La natura mozzafiato

I turisti che vanno alla ricerca di posti molto belli dal punto di vista naturale non resteranno certo delusi: da Nord a Sud, l’Albania è un concentrato di bellezza. Una bellezza che, ad oggi, è ancora poco addomesticata e sfruttata a livello nazionale, conservando un sapore indomito e selvaggio che in Italia, oggi, forse è possibile ritrovare forse solo in alcune zone della Sardegna.

A Nord svettano le cosiddette “Alpi albanesi”, un ricettacolo di natura incredibile e il crogiolo di una cultura antica che tra queste vette viene ancora custodita; nel centro le grandi vallate e la campagna rigogliosa, ricca di pascoli e aree coltivate; nel sud le lunghe spiagge e un mare che può tranquillamente competere con i tratti più limpidi della costiera pugliese e con il Cilento.

E poi ci sono le bellissime aree naturali al confine con i diversi Paesi confinanti, dal Montenegro al Kosovo, dalla Macedonia del Nord alla Grecia. Laghi che sembrano mari, mari che sembrano fatti di cristallo, canyon imponenti, e montagne. Difficile annoiarsi, esplorando un territorio variegato e mutevole come questo: si corre solo il rischio di abituarsi presto a tanta bellezza.

Un capitolo a parte meritano i corsi d’acqua locali: maestosi e caratterizzati da acque cristalline, che non fanno affatto rimpiangere il più vasto mare. La buona notizia è che sono dislocati un po’ ovunque, da Nord a Sud: si va dalla maestosità del lago artificiale di Koman e del lago di Scutari, del quale una sponda è montenegrina, fino alle innumerevoli lagune.

Questi corsi d’acqua sono quasi totalmente balneabili, pulitissimi e ricchi di fauna: se in inverno, a causa delle temperature rigide, sono difficilmente praticabili, in estate si rivelano una panacea per il caldo torrido. Provare per credere. Fare un bagno nel fiume gelato, con il sottofondo della voce carezzevole di un muezzin in preghiera amplificata dagli altoparlanti sul minareto di una moschea, è un’esperienza che difficilmente vi capiterà di fare altrove.

Inoltre, non mancano sorgenti di acqua termale, sia fresche che calde. Un esempio da segnalare, in tal senso, sono quelle che sgorgano in prossimità del magnifico Canyon Langarica, proprio di fronte a un ponte ottomano perfettamente conservato. Questo luogo da sogno si trova non lontano da Argirocastro, città di cui parleremo più avanti.


2. Prezzi bassi e un cambio-valuta comodo

Dicono che, se l’Albania quest’anno ha avuto una notevole spinta in termini di turismo in entrata, ciò è dovuto anche ai prezzi bassi. Questo è senz’altro vero. In più, la valuta locale, il lek, facilita la conversione in euro, risultando particolarmente comoda per i turisti: 100 lek equivalgono a un euro, più o meno. Per praticità, in estate il cambio è fissato su questo valore.

Ciò che rende davvero allettante, in termini economici, questo Paese come meta turistica è il bassissimo costo per vitto e alloggio: anche nelle principali località turistiche albanesi è considerevolmente più basso che nella maggior parte di quelle italiane. Per esempio, dormire in un albergo a tre stelle o in un bed & breakfast, in media, costa intorno ai 25-30 euro a notte (2500-3000 lek). Enorme è l’offerta di ostelli e campeggi dove si può risparmiare in modo consistente sull’alloggio, spendendo anche meno di 10 euro (1000 lek) a persona.

Anche mangiare non è mai un problema: ci sono locali per tutte le tasche e si può mangiare a sazietà in una taverna locale con 10-15 euro a persona. Ovviamente, i prezzi variano molto a seconda del luogo in cui ci si trova ma, mentre sotto questo aspetto il Sud tende a correggere al rialzo i prezzi, a Nord troverete sempre prezzi molto competitivi.

Qui, è d’uopo ricordarlo, costa di più una bottiglietta d’acqua che una bottiglia di birra: specialmente a Korça (in italiano Corizza), città nota per l’omonimo birrificio, che fu fondato nel 1928 dall’imprenditore italiano Umberto Umberti.

 

3. Il fattore decisivo: gli abitanti locali

Se di primo acchito l’impressione che potreste avere osservando gli albanesi nel loro habitat naturale è un po’ distaccata, vi renderete presto conto di come, in molti casi, la prima impressione sia quella sbagliata: non solo apprezzano l’Italia e gli italiani, ma sono tendenzialmente molto cortesi e ospitali nei confronti dei forestieri.

Questa osservazione non vale solo per coloro che lavorano nel settore dell’accoglienza, ma per molte delle persone che potrete incontrare nel corso del vostro viaggio. Girando per il Paese si avverte un generale senso di fiducia: qui è normale consuetudine fare l’autostop e offrire passaggi per una qualsivoglia destinazione.

Un viaggiatore zaino-in-spalla che abbiamo incontrato nel corso del nostro viaggio, un ragazzo italiano regista di documentari, ci ha raccontato di aver attraversato l’Albania quasi esclusivamente in autostop e di non aver mai dovuto attendere più di cinque minuti perché qualcuno si offrisse di dargli un passaggio.

L’atteggiamento accogliente di questo popolo non va dato per scontato: è opportuno ricordare che per 40 anni l’Albania è stata isolata pressoché totalmente dal resto del mondo. Colpa di Enver Hoxha, il dittatore che ha tenuto sotto scacco il Paese dal 1944 fino alla sua morte, avvenuta nel 1985. Una storia triste di cui i libri di storia non parlano.

Sotto il suo regime era proibito professare una qualsiasi religione – Hoxha istituì l’ateismo di Stato nel 1976 – e la popolazione era educata alla paura, attizzata dalla costruzione di numerosi bunker per proteggersi in caso di attacchi militari.

La comunicazione interna era manipolata, quella esterna interdetta: gli albanesi potevano guardare solo la televisione di Stato, finché non scoprirono che orientando l’antenna in un certo modo, potevano ricevere il segnale di quella italiana. Ed è stato così che molti hanno imparato la lingua italiana.

Durante il nostro excursus abbiamo incontrati parecchi locali che conoscono la nostra lingua, quasi tutti di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Da notare, comunque, che gli albanesi che non conoscono l’italiano, quasi sempre, conoscono perlomeno l’inglese: ne consegue il fatto che girare per il Paese sia abbastanza semplice in termini di comunicazione, malgrado la popolazione locale parli una lingua né romanza né di facile comprensione.

 

4. Una cucina semplice e gustosa

Inutile negarlo: una parte importante di ogni esperienza turistica è rappresentata dalla gastronomia locale. In Albania, la semplicità di una cucina mediterranea simile a quella che possiamo trovare in Puglia si sposa con la freschezza della cucina greca e con incursioni mediorientali più spinte.

Alla base, come ogni cucina mediterranea che si rispetti, c’è sempre l’olio di oliva: qui, l’eccellenza è rappresentata dall’olio di Berat, località molto suggestiva del Sud nota per la produzione di olio e vino di cui parleremo più avanti.

In tutti i pasti si consuma moltissimo yogurt greco, spesso in versione salata con cetrioli e aglio in perfetto stile tzatziki. Un discorso a parte merita la carne: dalle qofte, polpette speziate di carne macinata, al tasqebap, uno spezzatino di carne di vitello molto gustoso.

Girando nel Paese, vista l’onnipresenza di animali allo stato brado anche gli angoli delle strade – onnipresenza che pare sia diventata un’emergenza nazionale – è lecito chiedersi se gli animali da carne vengano allevati anche in modo intensivo. Comunque, in Albania, l’offerta di carne di ottima qualità è davvero alta.

Vista la presenza costante dell’acqua, non mancano nemmeno le proposte di pesce: in prossimità dei laghi non è inconsueto imbattersi nei venditori di pesci di lago, che siano carpe, trote o anguille. Se ne stanno agli angoli delle strade, anche ad alto scorrimento, e tengono i pesci in grandi vasche da acquario. Inoltre, sulle sponde di fiumi e laghi come quello di Scutari è possibile gustare specialità come il pesce di lago cotto in tegola, caldamente raccomandato.

Non mancano, poi, le proposte vegetariane: dai formaggi (djath), tra i quali spiccano il formaggio fresco in stile feta greca (djath i bardhe) e il kaçkavall (analogo del nostro caciocavallo, ndr). Questi sono i re della dieta albanese, sia a nord che a sud. Un altro sovrano incontrastato della cucina locale, sempre veg friendly, è il fërgësë: si tratta di un piatto di origine contadina, tipico dell’Albania centrale (Tirana e dintorni) che contiene un sapiente misto di formaggio, pomodori e peperoni.

Chi ha fretta ma non vuole rinunciare al gusto può farsi sempre tentare da un byrek: piatto di origine turca, è uno sformato rustico di pasta fillo a strati che può contenere sia carne che verdure. Una felice eredità che la dominazione ottomana ha lasciato al Paese delle Aquile (Shqipëri, il nome originale dell’Albania).
Insomma: la cucina albanese è tale da soddisfare tutti i palati.


5. Il patrimonio Unesco

Dei siti albanesi che sono stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, Argirocastro, Berat e Butrinto, il più indimenticabile è proprio quest’ultimo. Un sito archeologico unico nel suo genere: molto grande, molto ben conservato e racchiuso in un bellissimo bosco, con l’affaccio su una grande laguna blu.

In sé, Butrinto racchiude le testimonianze del passaggio di greci, bizantini e veneziani, in un’atmosfera silvestre che rapisce gli occhi e la fantasia. Se fa caldo, ci si può sempre riparare sotto le fronde ombrose, che qui non mancano e offrono ristoro ai visitatori.

Di Argirocastro ciò che colpisce maggiormente è il bellissimo castello e le sue pietre, che sotto il sole rilucono di una luce argentata: la luce che ha dato il nome a questa “città d’argento”. Qui sono nate due delle personalità più influenti, sebbene agli antipodi, che l’Albania abbia mai avuto: colui che voleva assoggettarla (Enver Hoxha) e colui che ha sempre esercitato il suo libero pensiero, anche durante il regime del dittatore (lo scrittore e intellettuale Ismail Kadare).

Berat, invece, è nota per le sue case ottomane, con mura bianche e tetti e infissi marroni: si sviluppano verso l’alto, su una roccia scoscesa, e sono il miglior biglietto da visita della città, oltre alla grande cittadella fortificata. Berat può vantare 2400 anni di storia, visto che pare che gli Illiri l’abbiano fondata nel IV secolo a.C.


6. L’incanto delle montagne del Nord

Lo abbiamo già menzionato: il Nord dell’Albania è custode, oltre che di una natura magnifica, anche di antichissime tradizioni. Per intraprendere un viaggio diverso da ogni altro, varrebbe la pena di fare un’esperienza destinata a rimanere impressa nella memoria: vivere per qualche giorno ospiti nella casa di un abitante delle montagne.

Qui ancora oggi, nel Ventunesimo secolo, regna la legge del Kanun: considerato sacro da alcuni e barbarico da altri. Il Kanun consiste in un codice completo di leggi, volte a regolare la vita su questo territorio. Si basa su alcuni principi molto condivisibili, come la sacralità dell’ospite, e prevede misure controverse, come il diritto a compiere un delitto d’onore in caso di offesa ricevuta. Più che una possibilità, un dovere morale e sociale per tenere alto il nome della propria famiglia.

E’ difficile presentare il Kanun senza banalizzarne il contenuto, ed è per questo che rinunciamo ad illustrarlo nel dettaglio. Vi invitiamo, però, a leggere un libro esauriente sul tema, come Il Kanun di Lek Dukagjini. Le basi morali e giuridiche della società albanese, oppure lo splendido romanzo Aprile spezzato di Ismail Kadare. Un libro che strega il lettore facendogli vivere in prima persona il girovagare di Gjorg, un montanaro colpito dall’obbligo di riscattare il sangue del fratello ucciso da un vicino di casa.

Poi, il nostro consiglio è di dimenticarvi per un istante del Kanun e decidere di intraprendere un’esperienza davvero indimenticabile: imbarcarsi sul traghetto che collega la località di Koman a Fierze, affrontando la traversata di due ore e mezza del lago di Koman. Un lago unico nel suo genere che inonda l’intera valle e fa da trait-d’union per tutti gli abitanti delle montagne, che ancora vivono immersi in questo territorio magnifico e nelle sue leggi immutabili.

Vi sentirete come Aragorn quando si imbatte negli Argonath, le Colonne dei Re, nel Signore degli Anelli. Scrive Tolkien: “Le grandi colonne parvero ergersi come torri incontro a Frodo, trascinato verso di esse dalla corrente. Egli ebbe l’impressione di vedere dei giganti, grandi, grigi e massicci, muti e minacciosi. Ma poi si accorse che le rocce erano effettivamente scolpite e modellate: l’arte e la forza antiche le avevano lavorate, ed esse conservavano ancora, attraverso le intemperie di lunghi anni obliati, le possenti sembianze che erano loro state date.

Su grandi piedistalli immersi nelle acque due grandi re si ergevano: immobili, con gli occhi sgretolati e le sopracciglia piene di crepe, fissavano corrucciati il Nord. La loro mano sinistra era alzata, con il palmo rivolto verso l’esterno, in segno d’ammonimento; nella mano destra reggevano un’ascia; in testa portavano un elmo e una corona corrosi dal tempo. Erano rivestiti ancora di una grande potenza e maestà, silenziosi guardiani di un regno scomparso da epoche immemorabili”.

Sul Koman non troverete statue gigantesche, ma canyon di roccia affastellati sull’acqua in grado di restituire emozioni impossibili da descrivere a parole.

7. Un Paese in costante evoluzione. Piuttosto sicuro per i turisti

L’Albania è un Paese unico: da una parte sospeso nell’eternità ancestrale della sua natura, dall’altra modernizzato da città ambiziose che vogliono disperatamente crescere, soprattutto in verticale. Frequentando grandi città come Tirana e Valhona si capisce come, nel giro di pochissimi anni, il Paese sia destinato ad acquisire un volto molto diverso da quello che mostra ora.
Sono moltissimi i cantieri aperti, molti dei quali hanno una previsione di chiusura intorno al 2025. Il messaggio sottotraccia è chiaro: siamo ancora piccoli, ma stiamo crescendo, e lo stiamo facendo a vista d’occhio.

D’altra parte, in modo niente affatto velato, lo ha confermato anche il premier Edi Rama durante un’intervista in diretta su La7. Alla domanda se il piano strategico del Paese sia quello di puntare a diventare una meta di turismo low cost, Rama ha risposto: “No, questo è l’inizio. Sicuramente anche in Albania i prezzi saliranno perché è naturale che succeda, e poi noi siamo consci del fatto che il turismo di massa porta con sé milioni di ambasciatori del Paese, che poi ne parlano bene e ci danno una mano a rinforzare questa nuova immagine.

D’altra parte, porta anche dei pericoli importanti, dal punto di vista ambientale e dal punto di vista della sostenibilità. Per questo noi stiamo lavorando anche sul turismo di alta gamma, anche per avere resort di lusso, ma comunque ci vorranno anni”.
Insomma, siete avvisati: se avete intenzione di visitare l’Albania fatelo prima che diventi una meta più elitaria, come già successo ad alcune zone della Croazia e della Grecia.

Vi abbiamo già parlato della consuetudine di fare autostop e offrire passaggi, e vogliamo citare anche le parole del premier Edi Rama su La7: “L’Albania è l’ultimo Paese in Europa per furti in casa”. In effetti, visitando da turisti l’Albania, è raro che si percepisca di non essere al sicuro: l’immagine generale che il Paese restituisce è quella di un luogo nel quale potersi muovere senza particolari timori.

8. Bellezze accessibili a tutti. Soprattutto in 4×4

Una buona notizia: molte delle bellezze presenti in Albania si possono vedere senza pagare un biglietto. Alcune, però, si trovano in zone piuttosto impervie: è il caso di molte delle più belle spiagge a Sud, che si trovano su tratti di strada difficilmente percorribili da veicoli che non siano fuoristrada o 4×4.

E’ il caso, ad esempio, della bellissima Spiaggia dell’Acquario (Plazhi i Akuariumit) situata a sud di Valhona. Per inerpicarsi sulle montagne, ugualmente, è fondamentale disporre di un mezzo adeguato.

Noi ci abbiamo provato con una Panda. Il risultato: per percorrere 20 km scarsi ci sono volute 2 ore e mezza. Il nostro consiglio è di dotarvi di pneumatici possenti. E di non dimenticarvi mai della ruota di scorta.


9. Molte culture e molte religioni: una convivenza pacifica

La storia che ha attraversato il Paese ha reso l’Albania un crogiolo unico di culture e religioni diverse. Dovunque si viaggi, da Nord a Sud, si capisce subito quale sia stata la dominazione straniera più influente, vale a dire quella ottomana.

Il dominio ottomano ha lasciato in eredità una consistente presenza della fede islamica sul territorio, e ha lasciato tracce importanti anche sulla cultura locale, sia in termini di lingua che, come anticipato, di cucina. Malgrado le moschee siano presenti in abbondanza pressoché su tutto il territorio, è da sottolineare il fatto che l’Islam che si incontra qui è sereno, accogliente e capace di convivere pacificamente con le altre religioni (cattolicesimo e cristianesimo ortodosso).

Sì, vi capiterà di incontrare per strada donne che indossano l’hijab e vedere persone pregare nelle moschee locali, il clima generale che si respira qui è rilassato, di tolleranza e rispetto. Se andate a caccia dei suggestivi monasteri ortodossi, il consiglio è quello di virare verso Sud, dove non sarà infrequente imbattersi in monasteri ortodossi sulle montagne, la cui presenza è sempre segnalata da miniature-diorama ai bordi delle strade.


10. Il paradiso dei tabagisti. E degli appassionati di auto

A differenza dell’Italia, in Albania il tabacco non è sotto il controllo del Monopolio di Stato: questo significa che qui il suo prezzo è decisamente concorrenziale. E non è tutto: essendo il Paese un grande coltivatore e produttore di questa pianta, la qualità media è piuttosto alta.
Per questa ragione, è molto semplice acquistare tabacco sfuso in panetti: lo vendono agli angoli delle strade o nei pazar (mercati) delle città.

Concludiamo questa carrellata ricordando quella che è un’autentica passione nazionale per ogni albanese che si rispetti: quella per le automobili. E, in modo particolare, per le Mercedes e le auto grandi e vistose. Non è un caso se già nel 2002, cioè 21 anni fa, ne parlava il New York Times come di un fenomeno di costume. Difficile negarlo: qui tutti hanno un’auto e se ne prendono cura in modo maniacale. Non è difficile capire il perché: molte strade sono dissestate e sterrate, e rendono necessaria una manutenzione costante di pneumatici e carrozzerie. Onnipresenti sono i lavazh (autolavaggi) per dare una lustrata alla propria auto.

D’altra parte, questo Paese corre veloce, sia sulle auto che sulle ali dello sviluppo urbanistico. Il nostro consiglio è quello di carpirne la bellezza essenziale e a portata di mano finché si è ancora in tempo.

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