L’european dream del Canada

L’european dream del Canada

Martedì Re Carlo III d’Inghilterra sarà in Canada per la prima volta dalla sua incoronazione per aprire, con il Discorso del Trono, la 45a sessione del Parlamento canadese a Ottawa. Il Re è infatti il capo di Stato del Canada e di altri 13 regni del Commonwealth, tra cui Australia, Nuova Zelanda e diversi stati caraibici ed era stato invitato ad aprire i lavori del Parlamento dal primo ministro Mark Carney, per via dei rapporti tesissimi con i vicini Stati Uniti. L’intento è quello di rimarcare la sovranità del Canada, contro le ingerenze di Trump che lo vorrebbe come 51esimo stato USA e che gli ha imposto dei dazi.

È da tempo che il Canada dirige lo sguardo verso il vecchio continente, sostenendo con decisione l’ambizioso progetto di adesione del Canada all’Unione Europea.

La portavoce della Commissione Europea Paula Pinho, ha affermato che l’UE è soddisfatta dell’interesse del Canada ad aderire, aggiungendo che sia l’UE che il Canada sono partner che condividono gli stessi ideali e diversi valori, nonché forti legami storici.

«Abbiamo tutto ciò che qualsiasi Paese al mondo potrebbe sognare, siamo una superpotenza agricola. Abbiamo uranio, energia idroelettrica, petrolio, gas e minerali essenziali. Abbiamo il talento e le persone giuste», ha riferito alla CNN il ministro degli esteri canadese Melanie Joly, trascurando però l’esistenza di carenze oggettive imprescindibili: il Canada non ha le infrastrutture necessarie per fornire energia all’Europa, non esistono porti né oleodotti, e attualmente può sopperire a tali mancanze solo passando attraverso gli Stati Uniti d’America.

Al riguardo, si aggiungono poi diversi interrogativi, e non di poco conto:

Quali sono le possibilità che il Canada aderisca all’Unione Europea?

Esiste una via per raggiungere l’Europa?

Cosa dicono i trattati e le leggi dell’Unione?

Esiste un precedente in cui un paese extra-continentale si è unito al blocco europeo?

Quali vantaggi otterranno entrambe le parti da questo passaggio?

Gli Stati Uniti consentiranno un riavvicinamento tra Canada ed Europa?

Quali sono gli scenari futuri per le relazioni del Canada con gli Stati Uniti d’America?

Fornire una risposta esaustiva ad ognuno dei quesiti è complesso.

Il ritorno del tycoon alla Casa Bianca, ha portato grandi cambiamenti in tutto il pianeta, e la parte più pesante di questi è stata sopportata dal confinante paese settentrionale degli Stati Uniti.

Trump ha imposto un’esorbitante tariffa del 25% sui prodotti canadesi, con la promessa di ulteriori dazi in futuro. I dazi rappresentano certamente uno strumento economico di uso ordinario per gestire l’economia di uno Stato, ma ciò che non è indubbiamente normale è l’uso distorto dei medesimi come mezzo di coercizione economica per annettere un paese vicino.

«Le tasse scompariranno quando il Canada diventerà il 51° stato», disse a suo tempo Trump all’ex primo ministro canadese Trudeau, e le serie intenzioni, del Presidente U.S.A., di impadronirsi del Canada, ora impensieriscono i canadesi.

In una ricerca condotta dal Canadian Military College, viene affermato che il Canada non aveva previsto che la sua preoccupazione principale sarebbero stati gli U.S.A., che avrebbero puntato i  missili contro obiettivi di interesse strategico, o che le forze statunitensi a Fort Drum, nella parte settentrionale dello stato di New York, si stessero preparando a conquistare la capitale Ottawa.

Ma la presenza del Canada, al di fuori dell’area geografica europea, costituisce un ostacolo alla sua adesione al blocco continentale?

Il Trattato sull’Unione Europea, all’articolo 49, stabilisce che può presentare domanda di adesione “qualsiasi paese europeo” che rispetti i valori fondamentali dell’Unione Europea.

Secondo alcuni giuristi, la definizione di “Europa”, richiamata nel trattato, è più un concetto civico che geografico, in quanto è legata ai valori fondamentali della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto, valori di cui il Canada è particolarmente orgoglioso, e che comunque i paesi formano alleanze in base ai loro valori e interessi, non alla loro geografia, e in ogni caso, non costituirebbe un ostacolo, poiché il Canada condivide un confine terrestre con l’isola danese della Groenlandia.

Questa tesi è suffragata dal fatto che l’Unione Europea comprende stati con un carattere culturale europeo, ma che si trovano al di fuori dell’area geografica europea, come Cipro, che si trova nell’Asia occidentale, e Malta, che si trova quasi interamente nell’Africa settentrionale.

Il Canada e l’Europa condividono molti aspetti storici e culturali: i canadesi parlano le due lingue principali dell’Unione Europea, l’inglese e il francese, e la maggior parte dei canadesi è di origine europea, poiché la Francia e la Gran Bretagna hanno guidato la colonizzazione europea del Canada per secoli.

Diversi esperti di geopolitica ritengono comunque altamente improbabile che il Canada aderisca all’UE, ma che potrebbe comunque avvicinarsi all’Europa, come la Norvegia, Stato non membro dell’UE ma fortemente integrato nel blocco.

Un precedente tentativo di ingresso nell’Unione Europea ci fu nel 1987, quando la domanda di adesione del Marocco all’UE fu respinta perché non era un paese europeo, ma nel caso di specie i valori culturali e religiosi sono ben diversi da quelli del Canada.

In un’analisi del corrispondente senior della Canadian Broadcasting Corporation, Evan Dyer, intitolata Il Canada ha ciò di cui l’Europa ha bisogno per riarmarsi… Potrebbe essere questa la base per un’alleanza post-NATO?, Dyer sottolinea il crescente numero di stati membri della NATO che si incontrano senza la partecipazione degli Stati Uniti per discutere della difesa dell’Ucraina e della più ampia sicurezza europea, con il Canada che assume un ruolo sempre più importante in tali discussioni.

L’analista Dyer ritiene che non sia ancora chiaro dove il Canada si stabilirà in questo nuovo mondo, ma ci sono indizi che contribuiscono a comprendere il percorso che potrebbe intraprendere alla luce della “dolorosa consapevolezza” che i suoi alleati più forti e stretti gli si sono rivoltati contro.

I funzionari europei hanno avviato colloqui con il Canada volti a integrare il paese in una nuova partnership per la produzione di difesa, che potrebbe consentire alle aziende canadesi di presentare offerte per i contratti mentre l’Europa si prepara a un massiccio riarmo.

«Siamo in trattative con l’Unione Europea per garantire la nostra cooperazione in materia di appalti per la difesa e le cose stanno andando bene perché in definitiva dobbiamo assicurarci di poter interagire con gli europei», ha affermato il ministro Joly, citato da Dyer.

Ma Dyer ritiene che ci sia un problema che potrebbe limitare l’attrattiva di un’alleanza tra Europa e Canada in qualsiasi accordo post-NATO: il Canada è alla ricerca di nuove alleanze perché si sente minacciato dagli Stati Uniti, mentre i suoi alleati europei, che sta corteggiando, si sentono minacciati da Mosca.

Le alleanze militari con impegni di difesa reciproca sono in genere più attraenti per i paesi che affrontano le stesse minacce provenienti dalla stessa direzione.

In un resoconto giornalistico dell’ufficio canadese del New York Times, dal titolo Il Canada, l’alleato più europeo, si rivolge agli alleati in mezzo alle minacce di Trump, si afferma che il rapporto tra Canada e Stati Uniti è inevitabile e insostituibile.

Gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale del Canada; circa l’80% delle esportazioni canadesi è diretto agli Stati Uniti e il commercio tra i due Paesi vale quasi 1 trilione di dollari, mentre il valore combinato degli scambi commerciali tra Canada e Paesi dell’Unione Europea è stato di circa 100 miliardi di dollari lo scorso anno.

Alcuni ricercatori statunitensi hanno delineato quattro scenari per il futuro del Canada sotto Trump:

  • Rinunciare alle minacce e mantenere lo status quo, con il Canada che continua a servire commercialmente il mercato statunitense, mentre gli Stati Uniti ottengono da quest’ultimo i migliori accordi commerciali possibili.
  • Le minacce degli Stati Uniti aumentano mentre il Canada rifiuta di cedere, e in questo caso, gli Stati Uniti non si fermeranno all’applicazione pesante dei dazi, bensì prenderanno di mira le banche canadesi per impedire al paese di accedere ai servizi bancari internazionali.

Questo scenario creerebbe una situazione non molto diversa da quella affrontata da Cuba, sottoposta a un embargo commerciale totale dal 1962. Il Canada si troverebbe isolato a livello internazionale e probabilmente impoverito a causa della sua resistenza alle richieste americane.

  • La crescente ostilità americana e l’indebolimento della resilienza del Canada, e qui la situazione del Canada sarebbe simile alle relazioni tra la Bielorussia e la Russia, poiché condividono un lungo confine terrestre e acquatico.

La Russia è il principale partner economico e politico della Bielorussia, che ha ancora un seggio alle Nazioni Unite. Tuttavia, la sua capacità di manovra in politica estera o di difesa è estremamente limitata.

  • La resistenza canadese spinge gli Stati Uniti ad accettare un certo grado di indipendenza, venendosi a creare una situazione simile a quella dei rapporti tra la Finlandia e l’ex Unione Sovietica, dove al Canada è consentito mantenere relazioni diplomatiche indipendenti, ma deve fare attenzione a non stringere alleanze o accordi che potrebbero turbare gli americani. Ciò significa che qualsiasi idea di un’adesione del Canada all’Unione Europea sarebbe pura utopia.

I ricercatori hanno escluso un’invasione americana diretta e completa del Canada, e hanno anche escluso la possibilità che il Canada diventi il 51° stato degli USA, sostenendo che le conseguenze elettorali derivanti dall’accettazione di 40 milioni di elettori, molto più progressisti della maggior parte degli americani, avrebbero un impatto negativo sui risultati elettorali, in un modo non gradito ai gusti repubblicani. Hanno anche aggiunto che è un’illusione aspettarsi che i canadesi, in caso di integrazione, ottengano diritti pari a quelli dei “veri americani”.

In conclusione, secondo gli esperti, lo scenario futuro più verosimile potrà vedere il Canada come un satellite degli Stati Uniti, analogamente a quanto avviene tra la Bielorussia e la Russia.

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