Giulia Bucelli

Elezioni in Portogallo, vince la destra. Sia moderata che estrema

Elezioni in Portogallo, vince la destra. Sia moderata che estrema

Elezioni in Portogallo, Luis Montenegro festeggia la vittoria

Le elezioni in Portogallo hanno i loro vincitori: la coalizione di destra Aliança Democrática e il partito di estrema destra Chega.

Per un pugno di voti, l’alleanza di centro-destra Aliança Democrática ha conquistato la maggioranza, ottenendo il 29,49% dei voti. Dall’altra parte, il partito espressione della sinistra, il Partido Socialista, ha raccolto il 28,7% delle preferenze.

Tra i due contendenti, la vera sorpresa di questa tornata elettorale è stato il risultato dell’estrema destra rappresentata da Chega, piccolo partito che in soli due anni è passato dal 7% delle preferenze al 18%, analogamente a quanto accaduto a Giorgia Meloni in Italia negli ultimi anni.

Scopriamo insieme cosa c’è dietro.

L’antefatto: le dimissioni di Costa

Si è votato questa domenica a causa delle dimissioni dell’ex primo ministro António Costa lo scorso novembre. Dimissioni legate ad un’indagine sulla corruzione del governo in relazione ad alcuni grandi progetti di investimento.

Costa è un esponente del Partido Socialista, partito che in Portogallo è stato al potere ininterrottamente dalla fine del 2015 fino a fine 2023.

Elezioni in Portogallo, la destra: tra moderata ed estrema

Elezioni in Portogallo, Luis Montenegro
Luis Montenegro

ALIANÇA DEMOCRATICA

Vincitrice di queste elezioni è Aliança Democrática (AD), capitanata da Luís Montenegro: ha raccolto il 29,49% dei voti e avrà diritto a 79 deputati eletti all’Assembleia da República (il Parlamento monocamerale portoghese, ndr).
L’alleanza è formata dal Partido Social Democrata (PSD), il Centro Democrático Social – Partido Popular (CDS-PP) e il Partido Popular Monárquico (PPM).

Il leader della coalizione, Montenegro, è il segretario del PSD, è nato a Porto, ha 51 anni ed è considerato un leader “senza carisma” ma onesto e competente, pur essendo privo di precedenti esperienze di governo.
A 24 anni è diventato consigliere comunale della città in cui è cresciuto, Espinho. A 29 è diventato deputato e, in qualità di capogruppo del PSD, tra il 2011 e il 2015 ha sostenuto l’attuazione di un programma di austerità di bilancio che ha scongiurato il fallimento portoghese.

Elezioni in Portogallo, André Ventura
André Ventura

CHEGA

Sempre nell’ambito della destra, in queste elezioni ha corso Chega, guidato da André Ventura, che è riuscito in un’impresa notevole: accaparrarsi una fetta elettoriale del 18% (nel 2022 prese il 7%). Questo giovane partito di estrema destra, nato nel 2019, oggi ha diritto ad avere in Parlamento ben 48 deputati, il quadruplo rispetto ai 12 ottenuti nel 2022. Chega è spesso accostato al fascismo dalla stampa portoghese.

Ventura è originario della periferia di Lisbona, è molto giovane – classe 1983 – ed è un ex commentatore di calcio e giornalista di cronaca nera per il canale tv CMTV. È un grande estimatore dell’ex Presidente del Brasile Jair Bolsonaro, che lo ha sostenuto in campagna elettorale, e in campagna elettorale ha dichiarato che se fosse stato eletto non avrebbe fatto entrare l’attuale presidente Lula nel suo Paese. I suoi punti di riferimento a livello internazionale? Oltre a Bolsonaro, Donald Trump, Marine Le Pen, Santiago Abascal, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Viktor Órban.

Da ottobre del 2019 è parlamentare dell’Assembleia da República ed è stato il primo esponente di estrema destra a sedere in parlamento. Ha espresso opinioni molto radicali sull’immigrazione in Portogallo. In campagna elettorale ha promesso di abbassare le tasse e le imposte – IVA inclusa – equiparare le pensioni più basse al salario minimo, aumentare gli stipendi del personale medico e delle forze armate.

Elezioni in Portogallo, Pedro Nuno Santos
Pedro Nuno Santos

Elezioni in Portogallo, la sinistra socialista

Dall’altra parte della barricata, una sinistra rappresentata dallo storico Partido Socialista (PS), guidato da Pedro Nuno Santos. I socialisti hanno raccolto il 28,7% delle preferenze, che equivalgono a 77 deputati eletti, solo due in meno rispetto al primo partito.

Santos è di Madeira, ha 47 anni, è laureato in Economia e ha una consistente esperienza di governo: è stato Ministro delle infrastrutture e degli alloggi del Portogallo dal 2019 al 2023, e prima di allora Segretario di Stato per gli Affari Parlamentari (dal 2015 al 2019).

È tra coloro che hanno reso possibile il salvataggio di TAP, la compagnia aerea nazionale, della quale lo Stato detiene oggi il 72,5%.

Astensionismo e… immigrati brasiliani

Queste elezioni vanno lette tenendo conto della bassa percentuale di astensionismo: ci si aspettava che circa il 50% degli aventi diritto al voto (10,8 milioni in totale) non si presentasse alle urne.

E invece, stando a quanto riportato dal quotidiano locale Expresso, è stato raggiunto un numero record di votanti: 6,1 milioni, i due terzi dell’elettorato, pari al 76%. Un incremento di 745mila rispetto alle precedenti elezioni legislative del 2022. Punte di astensionismo superiore al 50% sono state registrate quasi solo in alcuni municipi delle Isole Azzorre.

C’è, inoltre, un altro fattore che ha avuto un impatto sull’esito delle elezioni in Portogallo: il voto degli immigrati di origine brasiliana. Questi ultimi, infatti, sono quasi 400mila e costituiscono il 40% degli immigrati nel Paese e sono gli unici immigrati che possono votare a tutte le elezioni politiche.

Malgrado le politiche xenofobe e anti-immigrazione, molti elettori brasiliani sostengono attivamente Chega. Eppure le denuncie per xenofobia ai danni di immigrati brasiliani sono cresciute di oltre il 500% negli ultimi 5 anni.

La fine del bipolarismo nel Paese?

Il risultato elettorale ha sancito un’evidenza, sottolineata dal leader di Chega, che ha annunciato con soddisfazione: “È finito il bipolarismo in Portogallo“.

Negli ultimi 50 anni, dalla caduta della dittatura militare nel 1974, il PSD si è alternato al potere con il Partido Socialista, senza la possibilità che altre forze politiche interrompessero questa dinamica. Oggi, i risultati rendono impossibile a Montenegro poter governare senza stringere un’alleanza con il partito di estrema destra.

In campagna elettorale, il leader di AD aveva negato categoricamente la possibilità di un governo di larghe intese con Chega. Ventura, dal canto suo, alla luce del risultato elettorale si è detto disponibile a un’alleanza con i vincitori per formare “un governo stabile in Portogallo”.

È altamente probabile che ora Montenegro sarà costretto a scendere a più miti consigli.

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