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Shirley in corsa per la Casa Bianca, la scalata al potere della prima donna afroamericana

Shirley in corsa per la Casa Bianca, la scalata al potere della prima donna afroamericana

Il film Shirley in corsa per la Casa Bianca racconta la storia di Mrs Chisholm, prima donna afroamericana a correre come Presidente USA.

Shirley Chisholm è stata una donna fuori dal comune, anche e soprattutto per l’epoca nella quale ha saputo farsi strada.

Nasce a Brooklyn, la città degli immigrati venuti negli Stati Uniti a cercare fortuna: i suoi genitori sono un operaio originario della Guyana, Charles St. Hill, e una sarta delle Barbados, Ruby Seale St. Hill. Chisholm era la maggiore di quattro figlie, tutte femmine.

Studentessa brillante sia al liceo che al Brooklyn College, dove si laurea con lode nel 1946, venne da subito incoraggiata dai professori ad intraprendere la carriera politica, ma scelse di lavorare come insegnante di scuola materna, e in quest’ambito fece carriera fino a diventare Consulente della Divisione Asili Nido della città di New York.

Shirley Chisholm: la discesa in campo

Da qui in poi la carriera di insegnante e la politica attiva si incontrano finché Chisholm non decide di dedicarsi alla politica a tempo pieno. È il 1964: nell’anno in cui Shirley decide di entrare in politica, donna e nera, Nelson Mandela viene incarcerato. In Inghilterra, Mary Quant inventa la minigonna. Gli anni Sessanta sono anni bollenti sia per la causa afroamericana che per le istanze femministe, e trovano in Shirley Chisholm una sintesi perfetta.

Lei, nel 1964, si candida e diventa la seconda afroamericana nella legislatura dello Stato di New York. Fin da subito aderisce alla causa democratica.

Shirley Chisholm

L’avventura al Congresso

Nel 1968 le riuscì il colpo che a nessuna donna afroamericana era riuscito prima: conquistare un seggio al Congresso degli Stati Uniti. È da qui che inizia il film, che la mostra sorridente in mezzo a un folto gruppo di uomini bianchi di mezza età: i suoi nuovi colleghi.

Nel film, fresca di elezione al Congresso, si sente dire da un altro membro del Congresso che è assurdo che lei guadagni 42.500 dollari quanto lui. Una manifestazione di evidente diseguaglianza contro la quale un anno dopo Chisholm, il 21 maggio 1969, punterà il dito in occasione della presentazione del suo Equal Rights Amendment.

“Voglio notare e cercare di confutare due delle argomentazioni più comuni che vengono offerte contro questo emendamento. Una è che le donne sono già protette dalla legge e non hanno bisogno di legislazione. Le leggi esistenti non sono sufficienti per garantire parità di diritti alle donne. La prova sufficiente di questo è la concentrazione delle donne in lavori poco pagati, umili, non gratificanti e la loro incredibile scarsità nei lavori di livello superiore. Se le donne fossero già uguali, perché sarebbe un evento così grande ogni volta che una viene eletta al Congresso?“.

Al Congresso, per tutti, diventa Fighting Shirley: Shirley la Combattente. Nei suoi 14 anni da membro del Congresso, dal 1969 al 1983, presenta più di 50 proposte di legge a sostegno di cause come l’uguaglianza, sia razziale che di genere, la povertà e la fine della guerra in Vietnam.

Nel 1971 è co-fondatrice del Caucus Politico Nazionale delle Donne e nel 1977 diventa la prima donna nera – e la seconda donna in assoluto – a servire nel potente Comitato per le Regole della Camera.

La vera Shirley Chisholm

La corsa alla carica di Presidente degli Stati Uniti di Shirley Chisholm

Il vero cuore del film Netflix, e della vicenda politica di Shirley Chisholm, è la sua candidatura alle Primarie del Partito Democratico statunitense. Un’avventura nella quale si imbarca da autentica outsider: come donna nera, senza soldi e senza appoggi potenti. Auto-definendosi “Unbought and Unbossed”, espressione che suona un po’ come “incorrotta e senza padroni”.

Lei stessa, lo ricorda al momento della sua candidatura, nel film Netflix. Con queste parole: Non sono il candidato dell’America Nera, anche se sono nera e ne sono orgogliosa. Non sono il candidato del movimento delle donne di questo paese, anche se sono una donna e ne sono ugualmente orgogliosa. Non sono il candidato di un capo politico di un ricco finanziatore, né di interessi particolari. Sono qui, quest’oggi, senza alcun appoggio da parte di politici o di celebrità”.

La sua è un’avventura all’insegna della discriminazione, sia in quanto donna che in quanto afroamericana. Nel 1972, nel momento clou della campagna, le viene impedito di partecipare ai dibattiti televisivi delle primarie. Dopo aver intrapreso un’ennesima battaglia, stavolta legale, le viene permesso di fare solo un discorso. Alla fine perde la sua battaglia, ma nulla potrà più essere come prima.

Tuttavia, tanti studenti, donne e minoranze hanno seguito il “Sentiero di Chisholm”. Nella campagna politica, Chisholm ha preso parte a 12 primarie ottenendo 152 voti dei delegati (il 10% del totale), nonostante una campagna con pochi fondi finanziari e l’ostilità prevalentemente maschile del Congressional Black Caucus (“Congresso nel Congresso” presieduto esclusivamente da deputati di colore, ndr).

Shirley Chisholm (Regina King) nel film Netflix Shirley in corsa per la Casa Bianca

Il legame con i movimenti politici del suo tempo

Tra i movimenti politici attivi negli anni Sessanta e Settanta con i quali è entrata in contatto Shirley Chisholm si ricorda soprattutto quello delle Black Panthers, che la sostennero pubblicamente nella sua candidatura alle Primarie e nella corsa come possibile Presidente.

A fare da tramite tra Chisholm e le Pantere era stata un’attrice di Hollywood di origini afroamericane, Diahann Carrol, entrata in contatto con la giovane volontaria della campagna per le primarie Barbara Lee.
In quel periodo Carrol era un’attrice nel pieno della sua fama, divenuta celebre per aver interpretato la parte della protagonista di una nota serie tv, Julia (1968-1971), per la quale vinse anche un Golden Globe.

Il primo incontro tra la politica e il leader del movimento, Huey Newton, avvenne proprio a casa di Carrol. A seguito del quale quest’ultimo scelse di optare per l’endorsement alla candidata.

Con queste motivazioni ufficiali: “Shirley Chisholm si è schierata contro il razzismo, una donna nera solitaria, denunciando le sofferenze delle persone nere e povere ogni volta che ne ha avuto l’opportunità. (Lei) è la migliore critica sociale delle ingiustizie dell’America a candidarsi per la presidenza“.

D’altra parte lei è la candidata dei ribelli, degli americani contrari alla guerra in Vietnam, impegnati nella lotta contro le discriminazioni e la violenza.

Il leader delle Black Panthers Huey Newton

La vita privata

Nel 1949 Shirley si sposa con Conrad Q. Chisholm, di professione investigatore privato, dal quale poi divorzia nel ’77. Soprattutto inizialmente, il marito la supporta molto nella sua carriera politica.

Poco dopo il suo divorzio, si risposerà in seconde nozze con un legislatore dello Stato di New York, Arthur Hardwick Jr.

Chisholm si ritira dal Congresso nel 1983. Insegna al Mount Holyoke College ed è co-fondatrice del Congresso Politico Nazionale delle Donne Nere. Nel 1991 trasferisce in Florida e in seguito rifiuta la nomina ad ambasciatrice degli Stati Uniti in Giamaica a causa di problemi di salute.

Riguardo al proprio lascito, una volta Chisholm disse: “Voglio essere ricordata come una donna che ha osato essere un catalizzatore del cambiamento”.

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