L’accordo secondo cui la Russia consentiva al grano ucraino di lasciare i porti per essere esportato in tutto il mondo è stato unilateralmente sospeso da Mosca. Gli effetti della decisione saranno pesanti e immediatamente palpabili soprattutto per i paesi del sud del mondo, benché anche in Europa si attendono conseguenze sul piano dei costi al consumo. Ovviamente la nuova situazione potrà avere conseguenze molto serie sulla già instabile economia ucraina e se Mosca iniziasse ad attaccare sistematicamente le riserve di grano ucraine, toglierebbe a Kiev la possibilità di usufruirne in futuro. Il tutto va ad aggravare un quadro reso già molto complesso dalle conseguenze indirette dell’attentato alla diga di Nova Kakhovka che hanno messo in ginocchio migliaia di ettari di coltivazioni privandoli di un fondamentale bacino di irrigazione e inondando vastissime aree circostanti. Mosca ha negato la possibilità di tornare sui propri passi, ma ha anche lasciato intendere che se l’Onu, da sempre accusata di non aver rispettato la propria parte dell’accordo sul grano, dovesse cambiare posizione, ci sarebbe la possibilità di riaprire il flusso dai porti ucraini. Parole definite da Emmanuel Macron come un ricatto.

A cura di Sabato Angieri

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