Kiev entrerà nella Nato quando ci saranno le condizioni e se gli alleati lo riterranno opportuno. Questa la sintesi del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, alla fine del vertice di Vilnius. Il risultato dell’incontro, non soddisfa Kiev, l’ingresso nell’alleanza è sostanzialmente rimandato a data da destinarsi. Su altro fronte, Stoltenberg incassa l’ingresso imminente della Svezia, sdoganata da Erdogan in cambio della fornitura di 40 aerei F16 che Washington aveva negato ad Ankara anche in virtù delle posizioni assunte a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Il sultano aveva messo sul tavolo delle trattative la richiesta di una ripresa della procedura di ingresso della Turchia come membro dell’Unione Europea. Richiesta che aveva generato non pochi malumori nei vertici europei; il cancelliere tedesco Sholz – tra i primi – ha prontamente dichiarato che Nato e UE non sono sovrapponibili.
Se si dovesse riassumere il summit di Vilnius con una parola questa sarebbe senza dubbio “allargamento”. Si torna alla logica di divisione in blocchi di influenza e il riarmo come orizzonte.

A cura di Sabato Angieri

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