Terza notte di scontri in Francia a seguito dell’assassinio di un ragazzo diciassettenne di origini algerine da parte di un agente di polizia. Nahel, questo il nome della vittima, è stato ucciso martedì mattina con un colpo d’arma da fuoco esploso dall’agente nell’ambito di un posto di blocco. Immediate le reazioni della popolazione di Nanterre, sobborgo di Parigi dove il ragazzo viveva. Le strade sono state barricate, auto e negozi dati alle fiamme, tanto a Parigi come in altre città francesi, in una dinamica non nuova alle banlieue transalpine. L’agente responsabile della morte del ragazzo – attualmente in stato di arresto e incriminato per omicidio volontario – ha chiesto scusa alla famiglia, ma la rabbia monta: quando ieri il corteo è passato nei pressi del tribunale di Nanterre, oltre seimila persone hanno preso parte ai disordini nel tentativo di rompere il blocco di polizia. Nelle ultime 48 ore sono state arrestate 421 persone, secondo dati del ministero dell’Interno quasi tutte di età compresa tra i 14 e i 18 anni. I primi bilanci, provvisori e approssimativi, parlano di 2400 incendi dolosi verificatisi dall’inizio delle proteste, proteste distribuite in tutto il territorio nazionale e ovunque affrontate dal governo con l’invio di ingenti reparti di polizia antisommossa.

A cura di Sabato Angieri

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