La celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato – ieri, 20 di giugno – indetta dalle Nazioni Unite, è stata quanto mai offuscata dal disastroso naufragio avvenuto nelle acque greche, nei pressi dell’isola di Pylos. Si tratterebbe dell’incidente marittimo che coinvolge migranti più grave della storia. Il ribaltamento della nave, accaduto il 14 giugno, ha determinato per il momento 80 morti, ma è fortemente probabile che siano svariate centinaia le altre vittime. La maggior parte delle vittime accertate proveniva dal Pakistan – che ieri ha osservato una giornata di lutto nazionale – si calcola che vi fossero tra i tre e i quattrocento cittadini pakistani a bordo della nave. Oggi verranno interrogati i nove presunti scafisti, accusati dalle autorità elleniche di essere i responsabili del naufragio. I nove, tutti di nazionalità egiziana, si sono dichiarati innocenti. Per il momento non sappiamo come siano andate le cose, ma è un fatto comprovato che sia pratica comune affidare il timone a semplici passeggeri, magari in cambio di uno sconto sul costo del passaggio. Intanto continuano le ricostruzioni della dinamica del disastro, in uno specchio di mare estremamente battuto, come dimostra un diagramma emesso dal portale Marinetraffic che mostra la presenza di numerose imbarcazioni nell’area in concomitanza con il naufragio. Le autorità elleniche sostengono che solo poche ore prima di naufragare la nave navigasse in autonomia e senza problemi. Evidentemente la verità sulle cause e sulle responsabilità – anche e soprattutto da parte degli stati, Grecia in testa – relative alla tragedia di Pylos, è lungi dall’essere stata scritta.

A cura di Sabato Angieri

Regia di Ciro Colonna