Il ballottaggio in Turchia si è concluso con una nuova vittoria di Erdogan. Nonostante alla vigilia si fosse creata un’ampia alleanza tra forze politiche molto eterogenee il “sultano” è stato riconfermato. Le scelte di Erdogan negli ultimi dieci anni hanno mostrato una politica estera muscolare e sul piano interno delle serie difficoltà a far fronte a una crisi economica che ha spinto l’inflazione a livelli altissimi. Il terremoto dello scorso febbraio aveva messo in luce le lacune del governo nel rispondere all’emergenza, situazione che secondo molti analisti avrebbe potuto dare la spallata finale al potere del presidente. Invece secondo l’agenzia Anadolu, Erdogan avrebbe ottenuto il 52,2% dei voti, mentre lo sfidante Kilicdaroglu si sarebbe fermato al 47,9%. Il distacco non particolarmente ingente non toglie nulla alla vittoria politica del presidente, che ha dimostrato di poter rimanere al potere nonostante le difficoltà e il largo fronte dell’opposizione. Certo, le alleanze strette con la destra estrema, nazionalista e tradizionalista, porteranno con sé delle conseguenze, con il rischio che l’asse del governo si sposti ancora più a destra.

A cura di Sabato Angieri

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