La notizia di un attacco con droni alla residenza di Vladimir Putin al Cremlino sta rimbalzando nelle agenzie di tutto il mondo. Immediatamente Mosca ha fatto sapere che il presidente risulta illeso e che annzi nemmeno si trovava in loco al momento dei fatti. Pronta anche la promessa di rappresaglie per questo spregiudicato attacco. Spregiudicato ma di certo non isolato: da almeno due settimane a questa parte si susseguono gli attacchi ucraini in territorio russo, nonostante la linea rossa tracciata dagli USA e dallo schieramento che sta sostenendo Kiev nella guerra di difesa contro la Russia. Ieri il cancelliere Scholz ha ribadito all’Ucraina il monito di non utilizzare le armi consegnate dai paesi occidentali per compiere attacchi oltre confine. Dall’attacco al ponte di Crimea, avvenuto nello scorso ottobre, è possibile leggere un progressivo cambio di paradigma nella strategia di Kiev, che fino ad allora aveva attaccato solo zone all’interno del territorio ucraino, meccanismo che se proiettato nell’immediato futuro potrebbe riprodursi nell’attesa controffensiva di primavera. Ultimo in ordine temporale, l’attacco registrato oggi alla regione russa di Krasnodar ha causato un violento incendio che le autorità locali al momento non sarebbero state in grado di estinguere.

A cura di Sabato Angieri

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