Il conflitto in Ucraina sta portando a galla una serie di rivalità a livello internazionale che fino ad oggi erano rimaste sotto traccia. Alcuni paesi – ci sono prove contundenti a proposito – stanno utilizzando la contingenza per acquisire posizioni e trarre vantaggio dalla situazione. Un esempio su tutti è la Turchia, che negli ultimi mesi è riuscita a far chiudere un occhio alla comunità internazionale sulle proprie azioni contro la popolazione curda in Siria. D’altro canto Israele (è notizia di ieri) ha annunciato che potrebbe fornire armi all’Ucraina. Lo scopo dell’operazione, valutano alcuni analisti, potrebbe essere testare i propri sistemi d’armamento contro i droni forniti alla Russia dall’Iran, principale antagonista di Tel Aviv nello scacchiere mediorientale. Sempre sul fronte della fornitura di armi a Kiev, fa notizia il fatto che dalla Polonia arriveranno a giorni quattro caccia Mig-24. La mossa di Varsavia pone in tensione la questione della fornitura degli F-16 della NATO all’Ucraina; Biden ha replicato in maniera netta che allo stato attuale non è in discussione la fornitura dei caccia NATO. L’elemento di novità, però, che potrebbe avere risvolti importanti in termini di coinvolgimento di altre potenze nel conflitto, è rappresentato dall’abbattimento in Ucraina di un drone costruito con componenti cinesi. La notizia, passata piuttosto in sordina, potrebbe confermare il fatto che la Cina stia fornendo armamenti a Mosca, circostanza da tempo denunciata dagli USA, ma della quale fino ad oggi non si avevano prove.

A cura di Sabato Angieri

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