La notizia che tiene banco in questi giorni è senz’altro lo schianto del drone spia statunitense venuto a contatto con due caccia russi sulle acque del Mar Nero. Mosca e Washington si scambiano accuse reciproche ed è difficile stabilire effettivamente cosa sia accaduto. Stando alla ricostruzione statunitense il drone sarebbe stato attaccato dai due caccia e costretto a una manovra che poi lo avrebbe portato a perdere il controllo. La versione russa nega responsabilità dirette, adducendo che i caccia si sarebbero alzati in volo per affiancare e identificare il velivolo presente nello spazio aereo di Mosca e che quest’ultimo avrebbe perso il controllo. Dettagli a parte, la diffusione della notizia ha unanimemente diffuso il timore che questo accadimento potrebbe portare a una nuova escalation in cui gli USA siano direttamente coinvolti. Timore confermato dall’avvistamento avvenuto oggi di due caccia russi in volo da San Pietroburgo e diretti all’exclave di Kaliningrad, territorio russo al di fuori dei confini. I due aerei sono stati scortati per tutto il tragitto sui cieli dell’Estonia (territorio NATO) da aerei tedeschi e inglesi. Le tensioni sembrano essersi stemperate nel corso della giornata e che il rischio di una ulteriore escalation sia ora ridotto.

A cura di Sabato Angieri

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