È circolata la notizia dell’ennesima morte all’interno dell’establishment russo. Si tratta di Pavel Antov, re degli insaccati appartenente allo stesso partito di Putin, caduto dalla finestra dell’hotel indiano in cui stava festeggiando il proprio compleanno. Liquidata come frutto di un suicidio, la morte di Antov non è passata inosservata: l’imprenditore aveva dichiarato nei primi tempi dell’attacco russo all’Ucraina che le azioni russe erano degli attacchi terroristici. Quella di Antov è solo l’ultima, in termini cronologici, delle numerose morti eccellenti – all’interno e al di fuori dei confini russi – tra personalità in vista del potere russo, fossero essi politici, imprenditori o finanzieri. Il tratto che accomuna queste morti eccellenti sta nel fatto che ciascuno di loro, a vario titolo, aveva manifestato critiche o perplessità rispetto all’agire di Putin. Ovviamente, tutto ciò non rappresenta alcuna prova di colpevolezza ma giustifica il sospetto che ci sia un collegamento tra il loro posizionamento e la loro successiva morte. A cura di Sabato Angieri Regia di Ciro Colonna