#NoContact è l’hashtag con cui su alcuni social media (in particolare TikTok) sono raccolte le storie di chi ha deciso di non avere più contatti con i propri genitori.
Sguardo fisso in camera, gli schemi delle storie condivise sui social dai giovani e meno giovani sono più o meno simili: genitori disinteressati, assenti, manipolatori, vessatori. Con i quali hanno deciso di interrompere i rapporti dopo gli anni dell’adolescenza e della giovinezza trascorsi a cercare approvazione.
Un movimento che arriva da USA e Gran Bretagna
Perché così tante persone scelgono di non avere più contatti con i propri genitori?, si è chiesta la giornalista del New Yorker Anna Russell in un articolo pubblicato ad agosto. La principale testimonianza raccolta da Russell è quella di Amy, una ragazza che non era mai andata a scuola. Istruita a casa dai genitori evangelici, solo quando si iscrive al college Amy capisce che nella rigida educazione impartita a casa c’era qualcosa di strano. Russell racconta come l’esperienza lontano da casa di Amy l’avesse cambiata profondamente, facendola sentire totalmente estranea al contesto famigliare. Le esperienze come quella della giovane sarebbero in crescita negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
Sebbene non ci siano dati a disposizione, c’è chi sostiene che la discussione sul tema dell’allontanamento dalla famiglia di origine sia ormai molto diffusa. Ne sono una prova i gruppi di supporto nati di recente, come il Family Support Resources negli USA, Together Estranged fondato dall’imprenditore Seth Forbes nel 2020 che offre gruppi di supporto e aiuto, e il gruppo Stand Alone, inaugurato in Gran Bretagna da Becca Bland. Ha riferito Bland alla giornalista del New Yorker: “La società tende a promuovere il messaggio che è bene che le persone abbiano una famiglia a tutti i costi”. In realtà, Bland sostiene che “può essere molto più salutare per le persone avere una vita al di là delle loro relazioni familiari e trovare un nuovo senso di famiglia con gli amici o i gruppi di pari”. Bland evidenzia d’altra parte le difficoltà dei giovani che non hanno più contatti con i genitori, come non avere un aiuto per un prestito studentesco, né un garante per firmare un contratto di locazione.
Se ne discute anche online. Alcuni forum Reddit in lingua inglese sul tema, come r/raisedbynarcissists (cresciuto da dei narcisisti, n.d.A.) hanno addirittura raggiunto il milione di utenti e hanno sviluppato un gergo specifico per raccontare la propria situazione: si può essere LC, low contact, VLC, very low contact o NC. No contact, appunto.
“È pieno di persone sane che cercano di capire come affrontare le persone tossiche della loro vita”, ha raccontato la psicologa californiana Sherrie Campbell al New Yorker. Lei stessa, a 40 anni, si è allontanata dalla sua famiglia e al tema ha dedicato diversi libri. “La maggior parte delle persone che entra nel mio studio ha raggiunto un punto in cui sono impotenti e senza speranza di cambiare la relazione”, ha spiegato a Russell.
Essere “no contact” nell’era della solitudine
Tuttavia la giornalista del New Yorker racconta come i genitori allontanati possano vivere in uno stato di profonda tristezza e dolore. Ne ha parlato con Joshua Coleman, psicologo clinico che ha passato molti anni lontano dalla figlia.
“Mi sono ritrovato a riprovare quotidianamente ogni errore genitoriale che avevo commesso”, ha scritto. “Era spaventoso, straziante, ero in preda al senso di colpa e alla vergogna”, ha confessato Coleman. Per questo, da quando si è riconciliato con la figlia lo psicologo a ha voluto mettere la sua esperienza al servizio di quei genitori che non capiscono o non accettano la scelta dei figli.
“L’asticella per qualificare un trauma oggi è molto più bassa”, sostiene Coleman, spiegando che, in una cultura dove l’indipendenza è molto valorizzata, tagliare i rapporti coi genitori è una soluzione socialmente incoraggiata. E ciò nonostante l’altra faccia dell’indipendenza sia la solitudine, considerata alla stregua di una vera e propria epidemia che ha rimodellato la nostra società.
Negli Stati Uniti, nel 2023, un adulto su due dichiarava di sentirsi solo. Ne “L’era della solitudine”, puntata di PresaDiretta andata in onda su Rai3, veniva raccontato proprio l’impatto della solitudine in Giappone: nei primi tre mesi del 2024 erano quasi 22 mila le persone morte da sole, mentre negli Host club del paese del sol levante è possibile “affittare” un amico e comprare un robot da compagnia. Grave anche la situazione registrata nella più vicina Milano, dove ogni anno il comune sostiene le spese di circa 170 “funerali umanitari”, per dare sepoltura a chi, a quanto pare, non ha nessuno accanto.
Alla fine del reportage, Anna Russell spiega che gli allontanamenti dai genitori avvengono per motivi che spesso nulla hanno a che fare con maltrattamenti. Si tratta di “abusi emotivi o comportamenti tossici – termini difficili da definire”. Ma anche, continua “differenze di visione del mondo. A volte può essere sgradevole, persino orribile, frequentare i propri genitori. Tuttavia, la rottura dei legami può anche causare danni. Cosa si perde quando rendiamo facoltative le nostre famiglie? Il rapporto con tua madre non si basa forse sul fatto che, anche se ti fa arrabbiare, tu rispondi comunque al telefono?”.
Serena Ganzarolli