Giulia Bucelli

Giorgia goes to Washington: Meloni in missione per il G7

Giorgia goes to Washington: Meloni in missione per il G7

Il viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti

Questo weekend, Giorgia Meloni si è dedicata alle relazioni internazionali, volando in Nord America. L’obiettivo: parlare con i premier Joe Biden e Justin Trudeau di questioni urgenti a livello internazionale, come la gestione dei flussi migratori, la guerra e il prossimo vertice G7, che si svolgerà in Italia dal 13 al 15 giugno 2024.

Ecco un excursus nel viaggio diplomatico della premier italiana e sulle tematiche affrontate nelle due tappe, quella statunitense e quella canadese.

Alcune premesse

Ad unire il presidente USA e la presidente italiana c’è un tema gigantesco e di difficilissima risoluzione: quello dei flussi migratori. Se l’Italia è tra i Paesi di maggiore approdo nel Mediterraneo, gli Stati Uniti hanno il problema della frontiera messicana, lungo la quale hanno eretto il famoso “muro della vergogna” lungo più di 1100 km.

Il tema dell’immigrazione è uno dei talloni d’Achille della presidenza Biden: per mostrare il cambio di passo dopo l’intransigenza dell’amministrazione Trump, ha messo in pausa le espulsioni. E poi, semplicemente, non si è più occupato della questione. Nel frattempo la situazione è degenerata sempre di più. Questo lo rende un tema caldissimo, sia per l’Italia che per gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda i conflitti in corso, la posizione di Meloni non lascia adito a dubbi. Appena una settimana fa, la premier ha firmato un patto di cooperazione decennale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Patto che, tra le altre cose, prevede l’approvvigionamento da parte dell’Italia di armi “nei domini terrestre, aereo, marittimo, spaziale e tecnologico” e, in generale, il pieno sostegno alla causa ucraina nella guerra contro la Russia. Così Meloni (e l’Italia) si schierano nettamente dalla parte dell’Ucraina, come già fatto da Paesi come la Francia e la Germania, firmatarie di analoghi patti.

La Giorgia Meloni che questo fine settimana è partita per gli Stati Uniti è radicalmente diversa rispetto al passato: nelle vesti di un leader politico nazionale ed europeo, oggi, prende parte a vertici che un tempo avrebbe disertato con decisione. Un tempo convinta anti-americanista, si è oggi scrollata di dosso l’immagine di una destra radicale da Movimento Sociale Italiano e affronta tutti gli impegni richiesti al proprio ruolo. Partendo per gli USA, e cercando di puntellare tutte le alleanze che contano.

Il viaggio statunitense di Giorgia Meloni

Il viaggio di Meloni, fase uno: Washington

Il primo marzo ha avuto inizio il tour politico nord-americano della premier italiana. Questa l’agenda di Meloni: arrivo a Washington venerdì pomeriggio; a seguire, in serata, incontro di un’ora e mezza con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Incontro preceduto da un annuncio via Instagram del Presidente del Consiglio italiano: “Dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti.

Forti è un imprenditore trentino, oggi 65enne, che nel 2000 fu condannato all’ergastolo per omicidio e trasferito in un carcere di massima sicurezza negli USA. Il suo ritorno in Italia era stato preannunciato, tre anni fa, anche da Luigi Di Maio.

I temi trattati durante il colloquio sono stati, in particolare, la presidenza italiana del G7, il sostegno all’Ucraina e la crisi umanitaria in Medio Oriente.

Si è preso atto anche della floridità del rapporto commerciale tra Italia e Stati Uniti
: lo scorso anno è stato raggiunto il massimo storico di 102 miliardi di dollari

Queste le dichiarazioni di Meloni: “La crisi umanitaria è la priorità numero uno, mentre cooperiamo con tutti gli attori della regione dobbiamo lavorare insieme per garantire passi concreti per garantire la prospettiva di due popoli e due Stati, che è l’unica soluzione di lungo termine sostenibile. (…) Serve una alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani“.

Soddisfatto dell’incontro Biden: “Giorgia e io siamo grandi amici. La premier ha sostenuto gli Stati Uniti dal primo giorno che è entrata in carica“. Non sono mancate parole sulla crisi in Medio Oriente: È una nostra preoccupazione, dobbiamo coordinare le azioni per evitare una escalation, e sosteniamo pienamente lo sforzo di mediazione degli Stati Uniti. La crisi umanitaria è la nostra priorità numero uno, l’Italia ha concentrato il suo contributo su questo“.

Dopo l’incontro, per la stampa non c’è stato modo di interpellare Meloni in un punto stampa. Semplicemente, la premier l’ha fatto cancellare. Al momento, ma in verità da quando è salita al potere, i suoi rapporti con i giornalisti sono conflittuali, soprattutto all’indomani degli sberleffi ricevuti per il suo “stand up comedy show” in occasione del tour elettorale in Sardegna.

La sua visita alla Casa Bianca ha destato i commenti sarcastici dell’opposizione e, in particolare, di Giuseppe Conte. Così il presidente del M5s: “È andata a Washington a ricevere nuove istruzioni. Abbiamo visto che questa fedeltà, non lealtà ma fedeltà a Washington, è stata suggellata anche dal bacio di Biden in testa. Però si è rifiutata di fare un punto stampa, un mai successo prima. Speriamo che venga in Parlamento a riferire di queste istruzioni. Il popolo italiano vorrebbe conoscere questo aggiornamento di istruzioni“.

Vertice Meloni-Biden: il bacio in testa

Il viaggio di Meloni, fase due: Toronto

La premier è arrivata al Fairmont Royal York Hotel di Toronto. La mattina ha preso parte all’incontro bilaterale con il premier Justin Trudeau, seguito da un pranzo di rappresentanza. A differenza dell’incontro con Biden, in Canada è stato istituito un punto stampa.

Il focus del colloquio avuto da Meloni con Trudeau sono state le priorità del G7. A detta della premier, “c’è stata una grande convergenza sulle priorità italiane“, aggiungendo di essere “molto ottimista sulla possibilità di raggiungere risultati concreti“.

Queste le priorità: una “visione strategica” sull’Africa, perché “i paesi africani hanno voglia di collaborare con noi“. Una visione legata al Piano Mattei propugnato dal governo italiano, che porta l’attenzione anche e soprattutto sulle materie prime del continente: “Un continente che contiene il 60% di terre rare e terre coltivabili ha un ruolo importante. Ha potenzialità straordinarie che con i giusti investimenti possono essere sviluppate“.

Poi Meloni ha parlato del ruolo strategico giocato dal Mar Rosso negli affari mercantili: “Se c’è stato protagonismo nel Mar Rosso è proprio perché ci rendiamo conto di quanto sia pericoloso mettere a repentaglio la libertà di navigazione. Se non fosse utilizzato il Mar Rosso e si dovesse passare per il capo di Buona Speranza avremmo un aumento dei prezzi dei prodotti. Per questo abbiamo sostenuto gli interventi avviati e c’è la missione Aspides (missione difensiva dell’UE per garantire la libertà di navigazione, ndr)”.

Un punto mai tanto urgente come in questo periodo di guerra. Sia a Biden che a Trudeau, Meloni ha proposto che il G7 si pronunci ufficialmente “anche sul tema del Medio Oriente, sperando che possa aiutare la de-escalation“.

Dopo il vertice, Giorgia Meloni si è soffermata anche su questioni squisitamente italiane. In primo luogo sui suoi rapporti con il Quirinale, dopo le dichiarazioni tranchant del Presidente Mattarella circa i recenti scontri della polizia con alcuni manifestanti pro-Palestina a Pisa e Firenze: “I miei rapporti con il presidente della Repubblica sono ottimi anche se ci sono dei tentativi di creare una crepa con il Quirinale. Non ci sono distanze con il Capo dello Stato“.
Il Presidente del Consiglio ha anche commentato il voto in Sardegna, il cui risultato non è ancora definitivo: “Aspettiamo il riconteggio poi vediamo cosa fare, mi pare che si stia assottigliando lo scarto, le cose sono andate meno peggio di come sembrava“.

Nella trasferta canadese non è mancato un imprevisto. Nella giornata di sabato, infatti, è stato annullato il ricevimento previsto a Toronto nel pomeriggio in onore della premier italiana per “motivi di sicurezza”. Fuori dall’Art Gallery of Ontario, il luogo nel quale si sarebbe dovuto svolgere l’incontro di Meloni con alcuni membri della comunità italo-canadese, si stava svolgendo una manifestazione pro-Palestina che bloccava l’accesso al museo. La premier si è poi messa in contatto telefonicamente con i rappresentanti della comunità italiana per portare loro i suoi saluti.

In serata, Meloni è rientrata in Italia. 

Giorgia Meloni con il premier canadese Justin Trudeau

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