Giulia Bucelli

Elezioni in Polonia, l’Europa tira un sospiro di sollievo

Elezioni in Polonia, l’Europa tira un sospiro di sollievo

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Dopo i Land tedeschi di Baviera e Assia, si sono svolte le elezioni in Polonia, altro paese strategico dal punto di vista geopolitico. Quali erano le coalizioni presenti, quali sono stati i risultati delle urne e quale governo dobbiamo aspettarci dalla nazione polacca?

Elezioni in Polonia, le forze in corsa

L’election day è stato domenica 15 ottobre. Queste elezioni erano destinate a influenzare gli equilibri internazionali, vista la posizione strategica del Paese nell’Europa dell’Est e la sua vicinanza all’Ucraina.

Queste le forze che si sono presentate alle urne: il primo è il partito populista Diritto e Giustizia (PiS), guidato da Jaroslaw Kaczynski: un partito di destra nazional-conservatore e tradizionalista, anti-abortista e contrario al matrimonio gay.

All’opposizione, la Coalizione Civica (Ko) capitanata dell’ex Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Questa includeva Piattaforma Civica (PO), partito liberal-conservatore di centro-destra europeista, l’alleanza centrista Terza Via (Trzecia Droga) e il Partito della Sinistra (Lewica).

Outsider, il partito di estrema destra Confederazione Libertà e Indipendenza (Konfederacja Wolność i Niepodległość). Alcune delle sue posizioni: no all’aborto anche in caso di stupro, sì all’incremento delle armi, no al suffragio femminile perché le donne sarebbero “meno intelligenti” (Korwin-Mikke dixit).

Elezioni in Polonia, sistema elettorale e prospettive

Una cosa è certa: nessuno dei due partiti principali, da solo, può avere la maggioranza assoluta alla Camera bassa del Parlamento (Sejm), composta da 460 membri. Questo significa che sarà essenziale stringere alleanze per poter governare. In Polonia sono previste le seguenti soglie di sbarramento: del 5% per i singoli partiti e per le organizzazioni civiche, di almeno l’8% per le coalizioni. Gli unici a essere esenti dalle soglie sono i partiti nazionali che rappresentano le minoranze.
L’elezione dei membri del Senato, 100 in totale, avviene attraverso un sistema elettorale maggioritario secco, applicato in altrettanti collegi uninominali.

Chi ha vinto?

Diritto e Giustizia ha ottenuto il 35,3% dei voti, diventando il primo partito per numero di preferenza. Tuttavia, la Coalizione Civica di Tusk, insieme al centro di Terza Via e La Sinistra, ha conquistato la maggioranza con il 53,5% delle preferenze. Fanalino di coda, con il 7,1%, il partito di ultradestra Confederazione Libertà e Indipendenza.

In quest’occasione è stata registrata un’affluenza alle urne da record, pari al 74% degli aventi diritto.

Il governo che verrà

L’esito di queste elezioni porterà a un governo inedito: quello formato da una coalizione tra Coalizione Civica e gli altri partiti con esso alleati. Si prospetta, quindi, un governo nettamente europeista, di larghe intese e trasversale a tutti gli schieramenti. Una prospettiva che è stata accolta positivamente dai mercati ma che, sicuramente, susciterà molti dibattiti interni.
Di contro Diritto e Giustizia, sebbene sia il primo partito, ha perso la maggioranza in Parlamento, mettendo l’opposizione di Tusk in una posizione forte per assumere il potere. L’unica chance che avrebbe sarebbe quella di un’alleanza con l’estrema destra, ma anche così potrebbe controllare solo 212 parlamentari su 460.
In sostanza, la maggioranza degli elettori ha sostenuto i partiti dell’opposizione che promettevano di invertire il declino della democrazia e ripristinare i rapporti della nazione con gli alleati, tra cui l’Unione Europea e l’Ucraina.

Le reazioni dall’estero

Dall’estero sono arrivate dichiarazioni incoraggianti. Così il tedesco Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo: “Ottime notizie dalla Polonia. Il popolo polacco si è mobilitato in massa per aprire una nuova era per il Paese. Grandi complimenti al nostro amico Donald Tusk. Nessuno può ostacolare la Polonia e il suo futuro europeo“.

Anche dall’Italia arrivano le parole dell’ex premier Romano Prodi: “La Polonia era la vera alternativa al progresso dell’Europa, assieme all’Ungheria, che ho sempre pensato molto più difficile da cambiare perché ha altre caratteristiche. In Polonia c’era un’opposizione forte, nessuno pensava che vincessero così in fretta ma si preparava questo cambiamento. Il fatto che sia avvenuto molto più rapidamente del previsto è qualcosa di nuovo, è un messaggio importantissimo per l’Europa, dà un’enorme speranza sul futuro“.

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